La sveglia

Il suono della sveglia è irritante a prescindere.

Non importa se hai il tono classico, la hit del momento o la tua canzone preferita, il suono della sveglia ti manda sempre e comunque in bestia.

Come quella mattina.

Era stata una notte indimenticabile, sotto tantissimi punti di vista.

I nostri corpi si sono addormentati uno di fianco all’altro.

Ho sentito il suo respiro accanto al mio fino alle luci dell’alba e anche qualcosa dopo.

Averla accanto, vederla dormire e sapere che probabilmente non avrei mai più rivissuto certi momenti è stato dilaniante, ma al tempo stesso è stato disarmante.

Lei, sempre così sicura di se, sempre così perfetta, con nemmeno un capello fuori posto.

Quella mattina no, ho scordato l’immagine che avevo di lei fino a quel giorno.

Quella mattina l’ho trovata tenerissima, fragile, da proteggere.

L’ho trovata con quella chioma di capelli sparsi sul cuscino, quei capelli da cui ti faresti avvolgere.

L’ho trovata con quella camicia da notte che….ti fa perdere il sonno.

Già di suo è generosa…ma con quella camicia…

Credo di aver dormito un’ora, forse un’ora e mezza e poi è arrivato l’incubo.

La maledetta sveglia.

So di non aver reagito bene al suo suono e so che la mia reazione l’ha svegliata, più di quello che già aveva fatto la sveglia.

Con dei movimenti non propriamente coordinati ho cercato di alzarmi e di prendere ciò che avevo lasciato per terra durante la notte.

Credo di non averci mai messo così poco per vestirmi. Il tempo a disposizione era pochissimo e tutto quello che eccedeva il minimo indispensabile era dedicato a lei.

L’ho saluta. Lei era ancora sul divano, quello che qualcuno definisce il “suo” divano, ma che quella notte era stato un po’ anche il “mio” divano…

Ho assaporato le sue labbra per l’ultima volta…le ho assaporate come se volessi rendere eterna quella sensazione….le ho assaporate sapendo che sarebbero state solo un ricordo…che quella notte non si sarebbe ripresentata mai più…