Semplicemente

venerdì 6 luglio 2012

Il mio uragano

Ci sono giorni in cui mi fermo a pensare a com’era la mia vita prima di incontrarla.
Tutto sommato non è mai stata insoddisfacente.
Ho avuto soddisfazioni lavorative, ho avuto soddisfazioni dagli amici, ho avuto soddisfazioni dalla famiglia e…si, ho avuto molte soddisfazioni anche in ambito sentimentale.
Su quest’ultimo punto, per altro, potrei soffermarmi parecchio.
C’è stato un periodo, in particolare, in cui faticavo a stare dietro a tutte. Forse ero più giovane, forse ci pensavo meno, forse davo meno retta al cuore e alla testa e davo retta ad altro.
In determinate situazioni ti sembra di poter tener tutto sotto controllo, di avere la tua vita tra le mani e di essere perfettamente consapevole di quello che stai facendo e di quello che vorresti fare. Pensi di poter dettare ritmi e regole, non solo alla tua vita, ma anche a quella altrui.
Ed in effetti, per un periodo, è stato proprio così.
Poi cresci un po’ e ti rendi conto che tutto questo non sempre ti basta.
A quel punto inizia la ricerca della stabilità.
Stabilità con se stessi più che con gli altri.
Ecco, io fino a qualche mese ero così: avevo trovato la mia stabilità.
Uscivo con chi mi garbava e quando mi garbava. Parlavo con chi volevo e quando volevo.
Se avevo voglia di sentire una persona prendevo in mano il telefono e la chiamavo, se rispondeva bene, se non rispondeva…bene uguale.
Non c’era una persona in particolare, c’erano tutte e non c’era nessuna.
Poi…
Poi è arrivata lei, il mio uragano.
Si è fatta spazio dentro di me. Prima nella testa, poi nella pancia, poi nel cuore e ora…si, ora anche nell’anima.
Ha preso ogni spazio possibile, il più grande prato, ma anche la più piccola zolletta.
Non mi ha chiesto il permesso, si è semplicemente accomodata.
Non ha preteso un divano comodo, ha preso la prima sedia che le è capitata sotto mano e si è seduta e, cosa ancora più importante, è che, nonostante abbia preso la sedia più sgangherata, non si è mai lamentata, è rimasta seduta su quella sedia traballante ed ha iniziato ad ascoltare i miei racconti.
Il mio uragano ha stravolto la mia stabilità.
Ora esco ancora con mi garba e quando mi garba. Parlo ancora con chi voglio e quando voglio. Provo ancora a chiamare una persona se ho voglia di sentirla, ma…
Ma la priorità è lei. In tutto.
Quando apro gli occhi il mio pensiero è lei.
Le mie giornate seguono esclusivamente il suo ritmo.
Se lei c’è, io ci sono.
Se lei non c’è, non ci sono nemmeno io.
Se lei ha da fare aspetto che abbia finito.
Se lei non ha nulla da fare le faccio compagnia anche se non ho finito io.
Se lei è in crisi, sono in crisi pure io.
Se lei soffre, soffro pure io.
E la sera…quando chiudo gli occhi…il mio pensiero è sempre e comunque lei.
Si, il mio uragano ha stravolto la mia stabilità.
Ma il mio uragano….è la mia stabilità.
 
13. Il mio uragano

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